Critica di Michelangelo Moggia

Guardando i quadri di Ilaria Vanni non posso fare a meno di pensare al puntinismo di Georges Seurat e Paul Signac, così come anche, allontanandomi di qualche decennio, alle immagini di Gustav Klimt, almeno da un punto di vista stilistico.

Adamoeva - 2006 - Olio su tela - 80x60 cm

Adamoeva – 2006 – Olio su tela – 80×60 cm

Il motivo ricorrente dei puntini di colore appaiati che si compongono nell’occhio dello spettatore è uno dei tratti distintivi di Ilaria Vanni, così come anche l’utilizzo di foglie d’oro e il ricorso ad effetti decorativi assemblati in una sorta di patchwork, che ricordano la finezza e la preziosità dell’art nouveau degli inizi del secolo scorso.

Oltre a questi richiami stilistici più o meni espliciti all’arte del passato ci sono alcuni elementi del tutto originali che rendono questi dipinti particolarmente gradevoli: l’atmosfera sognante, i frammenti di ricordi, di momenti intimi, piccole e grandi emozioni che l’artista condivide con chi entra in contatto con le sue opere, pur senza conoscere nel dettaglio le storie che vi stanno dietro.

In fondo poi non è nemmeno così importante sapere tutto per poter assaporare queste immagini luminose e coinvolgenti, dove si fondono ricordi di vita familiare, paesaggi fiabeschi, momenti di intimità, scampoli di sogni, filtrati da questo stile piacevole e decorativo.

Il modo migliore per entrare in sintonia con questi dipinti e apprezzarli nella loro pienezza è lasciarsi suggestionare dalle immagini, dimenticando le geometrie e le coordinate della visione del mondo reale così come lo conosciamo, per entrare in un ambiente e in uno spazio del tutto diversi plasmati dalla fantasia oltreché dal disegno e dal colore.

Così facendo si può davvero entrare in sintonia con l’arte di Ilaria Vanni, perché ci sono sensazioni ed emozioni che non si possono descrivere e mettere nero su bianco.

Del resto come diceva Edward Hopper: “Se potessi esprimerlo con le parole non ci sarebbe nessuna ragione per dipingerlo”.

Maggio 2011

Michelangelo Moggia